Iride la nostra storia

Iride la nostra storia
la nascita

COLORI...

Tra mille gocce di rugiada

eterea speranza che si innalza

come nebbia

nelle mattine d' aprile,

incontro i tuoi occhi,

vedo luce senza fine...

Mi nascondo sotto la tua calda ala,

gioco che si fa vivo calore,

passione senza eguali....

La tua mano che mi accoglie,

come cucciolo smarrito,

Il mio racconto dei colori

della mia pallida vita

sono vita anche per te!

E tu sei dietro me,

sorreggi il mio passo,

illumini il cammino

come lampada, come specchio

in cui la mia immagine si riflette

e si illumina!

martedì 20 febbraio 2024

 


Tra qualche giorno IRIDE-SCIENZE, la nostra associazione culturale,  verrà sciolta, con molto dolore da parte nostra. Si chiude un capitolo della nostra vita. Una creatura che abbiamo sognato e coccolato, che abbiamo fatto nascere, come una pianticella, nutrito, accudito, nel tempo.

Ci sono state vicissitudini personali e sociali che hanno portato molte piccole associazioni come la nostra a sciogliersi, altre a nascere e crescere. E' la vita. 

Non chiudiamo per accidia, per noia, ma per rispetto nei confronti del progetto che avevamo in mente e che non è fiorito come avremmo voluto. Un fallimento? Assolutamente no! Ogni esperienza nella vita è un bagaglio, da portare con sé nel meraviglioso viaggio dell'esistenza. Da qui ripartiamo, più forti di prima, con la consapevolezza che da soli si fa poco.

Naturalmente questo blog resterà aperto, perché comunque è per noi prezioso.

Sarà un blog personale e non più associativo. Manterrà il nome ed il logo.

Ringraziamo tutti coloro che in questo lasso di tempo ci sono stati, anche se solo con l'intenzione, anche perché è l'intenzione che detta la rotta per un cammino lungo e sicuro.

                                                             Rita e Maria Pascucci


venerdì 20 maggio 2022

 

I


O, IL BIBO SORRIDENTE E LA CALMA RITROVATA di Maria Pascucci


Ho conosciuto il teatro dei burattini da piccolissima, quando insieme ai miei genitori ed i miei fratelli andavamo ai giardini per giocare. Il Teatrino di Pulcinella, così si chiamava, accendeva la mia fantasia di bambina, facendomi viaggiare con la fantasia.

Quante volte ho chiesto al mio papà cosa avesse fatto Pulcinella per prendere le bastonate del Gendarme e come tifavo per lui quando prendeva a bastonate la Morte….

Ora a 61 anni, dopo una lunga carriera di medico di emergenza, dopo essere diventata counselor a mediazione artistica ed arteterapeuta in formazione, ho reincontrato la magia dei burattini, stimolata da un annuncio che Francesco Bianchi con il Progetto GRAF ha pubblicato sui social media: “Il burattino come co-educatore”.

Il mio pensiero ha ricontattato quelle sensazioni, messo in moto ricordi ed emozioni, ho rivisto immagini. Sull’onda di quel sentire, senza riflettere neanche un istante, mi sono iscritta. Ho incontrato Ambra Moriconi la nostra magnifica conduttrice ed un gruppo di ragazze libere. Anche se online a causa della situazione sanitaria che ancora non ha consentito gli incontri in presenza, è nata una bella “combriccola” di amici in carne e stoffa.

Nei quattro incontri abbiamo fatto amicizia tra noi e con i nostri burattini, che sono diventati la nostra voce altra, l’altro volto del nostro Giano interiore.

Io non avendo un burattino disponibile, ne ho costruito uno con un calzino e due tappi di plastica, il Bibo sorridente, uno lo ho fatto con un guanto e due orecchini e le dita della mia mano, un altro con un piccolo tappo da spazzolino e delle etichette. Ho attivato la fantasia e la creatività che erano lì, poco sotto la pelle.

Naturalmente, è sorta una domanda in me: “E se usassi il burattino oltre che come co-educatore anche come co-terapeuta?”, considerando che la scuola di Arteterapia che sto frequentando fa uso di mediatori artistici anche alternativi rispetto ai classici colori, pennelli e carta da disegno?

Appena si è presentata l’ occasione ho provato, in un momento di grande agitazione con un paziente (non posso aggiungere altro per assicurare la privacy) e ...magia!!!! facendo ritornare la calma.

Il burattino può essere anche co-terapeuta.

Sulla base di questa embrionalissima esperienza ho presentato un progetto di tirocinio formativo arteterapeutico (che spero mi approvino) per l’utilizzo del mediatore artistico Burattino in ambito pediatrico, ho preso con me le esperienze condivise con Ambra e le meravigliose amazzoni che hanno cavalcato con me in questa prateria emozionale. Se così sarà, dovrò iniziare a fare sul serio.


Grazie progetto GRAF, grazie Ambra, grazie Roberto, grazie a Maria Luisa, Anna N., Franca, Jaklina, Daniela, Anna, Eleonora

sabato 12 gennaio 2019

Scripta manent...

Il foglio bianco di un quaderno nuovo è il posto migliore dove voglio trovarmi quando ho bisogno di rilassarmi e ritrovare me stessa.
Spesso inizio tracciando qualche linea, qualche segno, che per me è come il primo sforzo che fa un bambino, quando, presa una paletta colorata, inizia a scavare una piccola buca sulla sabbia del mare, nella speranza di trovare l' acqua, un tesoro prezioso, una piccola conchiglia oppure tutto ciò che serve per costruire un castello oppure un vulcano.
Il sogno e la meraviglia di esplorare e scoprire cose, di cercare e trovare, di distruggere e costruire qualcosa, con la consapevolezza che presto un' onda di mare potrebbe cancellarla.
Scrivere è un non-luogo, un paese delle meraviglie dove iniziare a camminare.
Una fiaba, una poesia, un racconto o qualcosa di realmente avvenuto, un pensiero allegro o cupo, senza voce, parlano. Senza orecchi il mio foglio ascolta ed accoglie.
Scrivere per me è la meraviglia, il foglio e la penna i miei migliori amici. Scripta manent...
Maria Pascucci

giovedì 19 ottobre 2017

Domenica 1 Ottobre nel nostro nuovo spazio di via P. Cartoni, abbiamo lavoato sulle favole ed anche io mi sono cimentata nell'intento prendendo spunto da una immagine una tavolozza di colori eccovela la condido con voi:

 tavolozza di colori isolato su bianco Archivio Fotografico - 10164699

 IL PAESE DEI COLORI

 C'era una volta il paese dei colori. I colori andavano d'accordo e giravando il mondo, il giallo del sole, l'arancione delle carote, il verde del prato,l'azzurro del cielo il nero del catrame danzavano insieme. Si ritrovarono anche nel mare, nei fiori, lassù nel cielo, "che bello!" esclamarono "vivere insieme". Ma un giorno, nel paese del colore venne una strega, e volle togliere la gioia a quel paese, facendo diventare tutto in bianco  e nero.  Allora, cadde  una fuliggine dal cielo, che diventà grigio grigio e la fuliggine copri tutto il prato era nero,  ogni cosa era nascosta, come sotto una grande coperta.
I  colori si sentivano soffocati non potevano più esprimersi e questo li rattristò molto.
Una sera accadde allora,  che colori si incontrarono,  su una tavolozza e poterono quindi vedersi. "Che bello!" essere qui gridò il giallo e il verde "mi sento proprio bene!" E disse "Che possiamo fare affinché anche gli altri provino le stesse cose? Innanzitutto questa gioia?"
In quel mentre, arrivarono le amiche nuvole, allora i colori cominciarono a chiamarle, volevano essere visti da loro ed aiutati.
Gridarono:"amiche nuvole ascoltate abbiamo bisogno di voi!" i giorni passavano.  Ma loro non si accorgevano dei colori, che tristi continuavano a gridare e a giocare tra di loro sulla tavolozza.
Saltavano e si incontravano mischiandosi tra loro, il giallo col blu diventò verde. Il rosso col nero Diventò marrone. Il bianco con il rosso diventò Rosa e così via.
Si divertirono da matti, volevano che nel paese tornasse la gioia, perché erano tutti tristi nel grigio dei giorni che passavano.  Ma poi venne un giorno, un dolce vento che si alzò, era il maestrale, che comincio a soffiare a soffiare portando via la polvere. Le  nuvole si accorsero delle grida dei colori e cominciarono a piangere perché erano lontane. L'acqua calde via copiosa e portò via sia la polvere che la fuliggine. I colori  finalmente tornarono a splendere. La strega maligna fu catturata dall'acqua, che la porto al mare, la imprigionò  per sempre.  Finalmente nel paese del colore  tornò la gioia e colori insieme fecero un bell' Arco nel cielo, per essere visti da tutto il paese ed abbracciare il mondo e vissero tutti felici e contenti.
                                                         SCRITTA DA  : Rita Pascucci 

venerdì 28 luglio 2017

Continuando a camminare

"Io ero un cacciatore e sapevo leggere le insidie della montagna, ma quei posti abruzzesi... boh! Cercammo un  bivacco per nasconderci di giorno, dormire un po, cercare qualcosa da mangiare; vedemmo una stalla da lontano con un' anziana signora che stava coltivando la terra. Io mi feci coraggio e la raggiunsi, sembrava mia madre, vestita di nero, sudata. Mi vide da lontano insieme ai miei compagni di viaggio e ci accolse in casa.
Ci scaldò l' acqua per farci lavare, ci scodellò la zuppa di rape e farro che bolliva nel paiolo.
Era vedova. Ci fece cambiare , buttammo le divise da militari nel fuoco e ci fece vestire con gli abiti del marito, vecchi e rappezzati, ma puliti di bucato e profumati di casa. Mangiammo, dormimmo ed al tramonto lasciammo la casa con le bisacce piene di pane fresco, formaggio e vino.
Ci indicò la strada per arrivare presto alla Maiella, passando per sentieri conosciuti solo ai pastori ed ai partigiani. Ci disse dove rifugiarci se avessimo incontrato la neve....
La sua voce... la sento ancora, e prego per lei, ormai sono passati tantissimi anni... la rincontrerò in Paradiso", fissava la finestra oltre il vetro. "Come va' papà?" " Bene, stavo riflettendo sulla vita" "Ah, sei diventato filosofo..." "No. Sono diventato vecchio!"

Da "Pane e cipolla" scritto da Maria Pascucci

venerdì 9 giugno 2017

Mare...il ritorno

Come è bello stare qui di sera, seduta sulla riva del mare, che si sta calmando baciato dal sole che tramonta in silenzio. Il respiro delle onde entra in me, come una carezza tenera e decisa, va in sincrono col ritmo del mio cuore...
Nel silenzio della sera che scende piano, una nave è li,,,appare adagiata sull'orizzonte, sulla linea di confine tra mare e cielo. Ferma come un gigante che guarda da lontano i nostri piccoli corpi, abitanti di un mondo troppo rumoroso, perché possiamo apprendere la forza del silenzio della notte che arriva.
Si riposa come un gigante stanco, così, sospesa, tra la realtà della terra, coperta dal mare ed il cielo, solcato dai voli leggeri dei gabbiani e degli aquiloni dei bambini.In tanti passano offrendo un abbraccio di peluche.
La luce ed il caldo dolce della sera è quasi il bacio del sole che saluta stanco, alla fine di un' altra giornata.
Io al centro di questo quadro multicolore, che a quest' ora diventa un argenteo monocolore, assisto basita.
Da: "Esperienze e fenomeni" scritto da Maria Pascucci

martedì 31 gennaio 2017

C'era una volta un pezzo di legno....

Ero molto piccola e non amavo mangiare, facevo mille storie, non mi piaceva nulla, una disperazione per la mia mamma che trascorreva ore in cucina per preparare un pranzo che regolarmente rifiutavo di mangiare. Le settimane scorrevano tra estenuanti trattative e promesse di regali pur di vedere il mio piatto vuoto. Con lei andavamo spesso ai giardini a vedere i poni, osservavamo i formicai d' estate ed io immaginavo le  case delle formiche, mi sembrava quasi di vederne i visi, le armature, gli strumenti del mestiere. Osservavo le farfalle volare, ascoltavo gli uccellini cantare. Sprofondavo nei suoi abbracci e nel profumo di borotalco.
Poi arrivava il sabato, il mio papà non lavorava e il pranzo si trasformava in una magia, mangiavo di tutto senza fare storie...il suo segreto era nel racconto sempre nuovo della storia di Pinocchio, che si arricchiva di particolari inediti, di avventure nuove non scritte nella storia originale di Collodi.
La domanda  prima dell' inizio di questo viaggio nella fantasia, seduta sulle ginocchia di mio padre era: "...Allora, dove eravamo rimasti?". La mia fantasia e quella dfi papà si intrecciavano, Pinocchio ha visitato il Paese dei Campanelli, dove ha conosciuto l' anatra che aveva le piume che profumavano di mandadino, ha bevuto alla fontana Riccoco', da dove scorre il latte di mandorle zuccherato, ha dormito sotto il pesco all' "incontrario", dove le pesche si raccolgono alle radici, dove incontri tanti tipi strani.
Ne abbiamo fatta di strada insieme a Pinocchio sulle ali della fantasia, tanto da farne "la storia" della mia vita.
Se ripenso all' infanzia, non posso fare a meno di entrare in quel mondo pieno di zucchero filato, accanto al mio papà ed alla mia mamma. Nel frattempo sono arrivati mia sorella ed i miei fratelli e vuotare il piatto era segno di primato. Le cose cambiano ed anche noi cambiamo.
Maria Pascucci