"Io ero un cacciatore e sapevo leggere le insidie della montagna, ma quei posti abruzzesi... boh! Cercammo un bivacco per nasconderci di giorno, dormire un po, cercare qualcosa da mangiare; vedemmo una stalla da lontano con un' anziana signora che stava coltivando la terra. Io mi feci coraggio e la raggiunsi, sembrava mia madre, vestita di nero, sudata. Mi vide da lontano insieme ai miei compagni di viaggio e ci accolse in casa.
Ci scaldò l' acqua per farci lavare, ci scodellò la zuppa di rape e farro che bolliva nel paiolo.
Era vedova. Ci fece cambiare , buttammo le divise da militari nel fuoco e ci fece vestire con gli abiti del marito, vecchi e rappezzati, ma puliti di bucato e profumati di casa. Mangiammo, dormimmo ed al tramonto lasciammo la casa con le bisacce piene di pane fresco, formaggio e vino.
Ci indicò la strada per arrivare presto alla Maiella, passando per sentieri conosciuti solo ai pastori ed ai partigiani. Ci disse dove rifugiarci se avessimo incontrato la neve....
La sua voce... la sento ancora, e prego per lei, ormai sono passati tantissimi anni... la rincontrerò in Paradiso", fissava la finestra oltre il vetro. "Come va' papà?" " Bene, stavo riflettendo sulla vita" "Ah, sei diventato filosofo..." "No. Sono diventato vecchio!"
Da "Pane e cipolla" scritto da Maria Pascucci
venerdì 28 luglio 2017
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